Sempre di meno, sempre più anziani. E' la regione fotografata dall'Istat

L'emorragia di abitanti ha picchi più alti a Udine e Gorizia. A controbilanciare le perdite gli stranieri, ma l'invecchiamento non li risparmia

Sempre di meno, sempre più anziani. E' la regione fotografata dall'Istat
L'ultimo censimento Istat prima dello scoppio della pandemia fotografa un Fvg con una popolazione in progressivo calo e invecchiamento: oltre 14 mila residenti in meno tra il 2011 e il 2019,  più di 4 mila solo tra il 2018 e il 2019 a fronte di poco più di un milione e 200 mila abitanti. 47 anni l'età media contro i 45 dell'Italia. In diminuzione gli under 50 e prevalgono le donne, sono il 51% del totale. 

L'emorragia di abitanti ha picchi più alti a Udine e Gorizia. E se nella provincia di Udine si concentra il 44% dei residenti, è invece Trieste a detenere il primato della densità abitativa oltre a quello di comune più popoloso della regione con i suoi più di 200 mila abitanti. Conta appena 102 anime invece Drenchia, nelle valli del Natisone, il comune più piccolo ed anche il più vecchio con una età media di 63 anni contro i 41 del più giovane, Pravisdomini, nel pordenonese.

A controbilanciare le perdite gli stranieri, dal 2011 al 2019 aumentati dell'1,3% ogni anno e in crescita più rilevante a Gorizia e Trieste mentre calano a Pordenone. Una iniezione di giovani in età da impiego anche se l'invecchiamento non sta risparmiando nemmeno loro che nel 2019 contavano il 10% in più di over 40 sul 2011. Europa, Asia e Africa i principali paesi di provenienza. I cittadini rumeni la comunità più numerosa seguiti da albanesi e serbi. 

Sul fronte istruzione quasi il 40% della popolazione ha un diploma o una qualifica professionale, in calo le persone senza titolo di studio mentre aumentano i laureati. Svetta Trieste che ne conta ben il 19% contro il 14 nazionale. 

Infine il mercato del lavoro: in aumento di quasi 10 mila unità gli inoccupati  che si attestano al 9% comunque 4 punti meno dell'Italia. Pressoché costante invece il numero degli occupati. E resta forte lo squilibrio di genere: il tasso di occupazione femminile è inferiore di 15 punti rispetto al maschile, di tre punti superiore invece quello di disoccupazione. 

Una realtà poi stravolta dal Covid il cui impatto sarà misurato dal prossimo report atteso tra un anno.