Bene lo scostamento, ma le risorse non bastano ancora

Le reazioni di Confcommercio e Confartigianato alle mosse del governo per snellire l'erogazioni degli aiuti. La Cgia: i soldi arriveranno tardi

Bene lo scostamento, ma le risorse non bastano ancora
Un passo nella direzione giusta, ma con risorse che ancora non bastano.
Questa, in sintesi, la reazione di Confcommercio e Confartigianato regionali allo scostamento di bilancio da 32 miliardi (di cui 11 per imprese e professionisti e 8 per il lavoro), con l'obiettivo dichiarato di dare più soldi possibile il più velocemente possibile.

«Bene il superamento dei codici Ateco (che individuavano le aziende destinatarie degli aiuti), ma risorse ancora insufficienti», commenta Giovanni da Pozzo, il presidente di Confcommercio Fvg. I parametri rimangono troppo selettivi, ma si dà almeno una risposta più equilibrata alle esigenze dei comparti del terziario più colpiti. Gli undici miliardi per le partite Iva, secondo Da Pozzo, invece non bastano, a fronte di una spesa per i consumi calata lo scorso anno di quasi 130 miliardi. 

Il superamento dei codici Ateco è visto con favore anche dal presidente di Confartigianato regionale, Graziano Tilatti. Che valuta positivamente anche l'esistenza di fondi specifici per la montagna. L'intervento dello stato, dice Tilatti, si somma a quello della regione, ma rimane un intervento di emergenza. A suo avviso, occorre, garantire alle imprese prestiti a 20-30 anni e con tassi adeguati a una ripartenza. E ci deve essere una copertura del 100% della perdita del fatturato. Indispensabile anche riprogrammare le scadenze fiscali, anche per consentire alle aziende di avere la liquidità che serve a pagare lavoratori e fornitori. 

Molto più negativa la reazione dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre. I soldi arriveranno, bene che vada, dalla metà di aprile: un ritardo inaccettabile, visto che i fondi potevano essere inseriti già nell'ultima finanziaria. nella nota diffusa da Mestre, anche una denuncia: con parrucchieri e centri estetici chiusi, sempre più persone vanno abusivamente a svolgere il servizio a casa, in violazione delle norme e senza le ampie garanzie di sicurezza che garantivano i saloni.