Porto, stop confermato. D'Agostino: se a oltranza, mi dimetto

Il presidente dell'Authority interviene nel braccio di ferro sul Green Pass. Il Viminale: istituire punti tamponi per le attività strategiche

Porto, stop confermato. D'Agostino: se a oltranza, mi dimetto
Si prova a trovare soluzioni per evitare il blocco del porto a partire dalla giornata di venerdì a causa dello sciopero indetto dalla Compagnia lavoratori portuali, contraria al Green Pass. Ieri in tarda serata il ministero dell'interno ha diramato una circolare che "consiglia" ai datori di lavoro di determinati settori produttivi e strategici di predisporre un punto tamponi da fornire gratis ai dipendenti sprovvisti di certificato verde.


E oggi, martedì 12 ottobre, c'è stata una riunione in prefettura, con il prefetto Valerio Valenti, le associazioni datoriali e il segretario generale dell'Autorità portuale Vittorio Torbianelli. Torbianelli ha parlato di "disastro per il sistema porto" nel caso lo sciopero proseguisse a oltranza. L'Autorità ha già individuato la l'azienda a che a partire da venerdì si occuperà dei test: le imprese che lavorano in porto, spedizionieri principalmente, pagheranno il costo ma solo fino al 31 dicembre, quando, sperano, cesserà lo stato di emergenza.

Ma dopo la manifestazione di ieri, ai lavoratori portuali della Clpt questo non basta più: per settimane si erano spesi per i tamponi gratuiti, ora alzano la posta in palio e confermano il blocco del porto se il governo non ritirerà il decreto green pass, come ci ha confermato il portavoce Stefano Puzzer, che ha indetto un assemblea per giovedì alle 18.

La richiesta ha mandato su tutte le furie il presidente del porto Triestino Zeno D'Agostino, molto popolare tra i lavoratori visto che ha portato lo scalo ad essere il più trafficato in italia, con benefici per aziende e portuali stessi: da Roma, D'Agostino minaccia le dimissioni: se non verrà revocato il blocco, saranno operative da sabato.

Il porto triestino ha già perso traffici per la situazione incerta: le navi container con le vetture di Formula uno che dovevano transitare per Trieste, hanno scelto altri scali. Con un danno economico di decine di migliaia di euro per lo spedizioniere interessato.