E' morto Boris Pahor

Lo scrittore triestino di lingua slovena aveva 108 anni. Reduce dai lager, nel suo libro più celebre, "Necropoli", ne aveva raccontato gli orrori

E' morto Boris Pahor
E' morto Boris Pahor. Lo scrittore triestino di lingua slovena si è spento la scorsa notte all'età di 108 anni: era nato a Trieste il 26 agosto 1913.

Bambino, fu spettatore dell'incendio del Narodni Dom, la casa delle organizzazioni slovene, nel luglio del 1920. Un episodio che innervò la sua ispirazione letteraria e le sue posizioni antifasciste.
Pubblicò i primi scritti alla fine degli anni '30, prima di partire per la Libia con la divisa del Regio esercito. Tornò a Trieste quando la città era occupata dai tedeschi e dopo l'8 settembre si unì ai partigiani sloveni. Denunciato dai collaborazionisti, fu deportato nei campi di concentramento in Francia e Germania. L'esperienza diretta degli orrori nazisti è raccontata in "Necropoli", il suo romanzo più famoso.

Tra i suoi altri libri, "Il rogo del porto", "La città del Golfo", "Una primavera difficile", "Dentro il labirinto". L'ultimo lavoro pubblicato in italiano è "Oscuramento", uscito quest'anno per La Nave di Teseo. Tutti sono a sfondo autobiografico. Tra i temi maggiormente presenti, le discriminazioni delle minoranze e il riconoscimento dei diritti degli sloveni in Italia.