La situazione debitoria trascina il Pordenone Calcio tra i dilettanti

Tra i finanziatori nel piano di ristrutturazione ci sarebbe un imprenditore, padre di un giocatore che milita tra i ramarri

La situazione debitoria trascina il Pordenone Calcio tra i dilettanti
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Il piano di ristrutturazione, economico, c'è ma i debiti pregressi e soprattutto i tempi non consentono altra soluzione per il Pordenone calcio che la discesa fra i dilettanti.

 L'udienza per la richiesta fallimentare da parte della procura di Pordenone è fissata il 20 giugno. Entro questa data la squadra di professionisti guidata dall'avvocato Antonio Malattia, consegnerà in Tribunale il piano di salvataggio. Poi ci saranno 60 giorni di tempo per il giudice incaricato di accettare o meno le condizioni, comprese la richiesta di stralcio di parte del debito con l'Erario, il totale supera i 7 milioni di euro, come successo ieri nel caso della Reggina calcio, ammessa alla serie B. 

Tempi tecnici che non consentono alla società neroverde un'iscrizione alla serie C, termine il 21 giugno, oltre naturalmente all'onerosità finanziaria che comporta essere tra i professionisti. Da qui la richiesta del Pordenone di giocare in serie D. Se accettata dal Tribunale la norma federale prevede un'iscrizione in sovrannumero in serie D con il pagamento di una tassa di iscrizione di 300 mila euro. 

Tra i finanziatori nel piano di ristrutturazione ci sarebbe un imprenditore, padre di un giocatore che milita nel Pordenone. Un'ipotesi che riguarda invece il futuro dirigenziale del Pordenone quella della figura dell'attuale presidente Mauro Lovisa, che possa essere ridefinita in secondo piano 

Montaggio di Andrea Predonzani