Wärtsilä, arenato l'accordo

Dopo un'estenuante trattativa, l'azienda finlandese non firma la proroga della solidarietà. Lo sdegno di sindacati e Regione

Wärtsilä, arenato l'accordo
Tgr Rai
L'entrata dello stabilimento Wärtsilä di San Dorligo

E' finita nel peggiore dei modi: dopo tre incontri in venti giorni e 7 ore di discussioni, confronti e trattative, è saltato in tarda serata il possibile accordo tra Wartsila, istituzioni e sindacati sulla proroga degli ammortizzatori sociali. L'annuncio è arrivato al tavolo dall'amministratore delegato di Wartsila Italia, Michele Cafagna, che ha riferito la decisione dei vertici della capogruppo di dire no alle due bozze di accordo che erano state messe a punto anche con l'aiuto di Confindustria: una sugli ammortizzatori sociali, l'altra sui macchinari presenti nel sito che l'azienda vorrebbe trasferire in Finlandia. A questo punto lo scenario più probabile è l'apertura della procedura sulla base della legge antidelocalizzazione,  che costringe Wartsila a occuparsi in prima persona della reindustrializzazione e a pagare per oltre otto mesi pieni stipendi ai quasi 300 addetti in esubero, prima che possa avviare i licenziamenti collettivi. Sdegno, delusione e rabbia sono stati espressi da sindacati, Governo e Regione. "Il comportamento di Wartsila non è una mancanza di rispetto nei confronti del governo, ma del Paese Italia", ha tuonato la sottosegretaria Fausta Bergamotto. A meno di marce indietro, che a questo punto appaiono poco plausibili, si torna a una fase di scontro aperto simile a quella che a metà 2022 ha portato a un contenzioso legale vinto dai lavoratori, con la condanna dell'azienda per condotta antisindacale. "Avete perso il primo tempo, perderete il secondo", ha dichiarato l'assessora al lavoro Alessia Rosolen, che non ha nascosto la sua amarezza. Sullo sfondo resta la volontà di Ansaldo Energia di dare un futuro all'impianto fondato sull'idrogeno.