Grado: il mistero dell'esplosivo sparito

Sembrano svaniti nel nulla i 300 chili della carica del siluro tedesco che dovevano essere brillati in mare al largo dell'Isola d'Oro. Attivati anche gli esperti dell'OGS per la ricerca sui fondali.

I trecento chili di exalite che armavano la testa del siluro di fabbricazione tedesca ritrovato a Grado, dopo essere stati immersi giovedì pomeriggio a 4 miglia al largo di grado, per farli brillare ieri in mattinata, sono svaniti nel nulla. I subacquei della Marina Militare, la protezione civile e anche il personale dell'Ogs con lo side scan sonar stanno scandagliando palmo per palmo il fondale marino per un perimetro di 500 metri dal punto in cui è stato immerso il cilindro di un metro circa contente i tre quintali di esplosivo. L'ipotesi più accreditata è che ci sia stata la violazione dell'ordinanza di navigazione emessa dalla Capitaneria di porto di Grado che vietava la navigazione nel raggio di 1000 metri dal supposto punto di brillamento da giovedì alle 12 fino alle 20 di ieri sera. Chi eventualmente avesse navigato nella zona interdetta avrebbe potuto agganciare accidentalmente con una rete da pesca il cilindro con l'esplosivo, averlo issato a bordo e quindi essersene sbarazzato, oppure averlo banalmente spostato.  C'è però il fermo per lo strascico e i pescherecci che praticano altre tecniche hanno comunque a bordo una sorta di scatola nera che registra la loro rotta di navigazione effettiva. Quindi sono tracciabili e indagini in questo senso sono in corso, ma finché non sarà ritrovato l'esplosivo, rimasto inerte per oltre 70 anni, l'ipotesi rimane anche quella più remota di un effettivo furto.