False indicazioni "made in Italy", sequestrati prodotti per 16 milioni

L'indagine condotta dalla guardia di finanza di Gorizia; 66 persone denunciate

Tre anni di indagine della guardia di finanza di Gorizia contro la commercializzazione di prodotti sui quali era stata apposta un'etichetta "made in Italy" risultata falsa hanno portato al sequestro di 4 milioni e 800 mila mila pezzi del valore commerciale di 16 milioni. Si tratta di prodotti di ogni genere: capi di abbigliamento, alimentari, articoli religiosi, prodotti per la casa e l'edilizia, pellet.
Il meccanismo di frode consisteva nell'importare consistenti quantitativi di prodotti realizzati in paesi dell'Est Europa recanti false indicazioni dell'origine italiana. In paesi dell'Unione europea come Slovenia, Romania, Bulgaria o Polonia o in paesi extra Ue come Serbia, Macedonia, Bosnia Erzegovina, imprenditori italiani avevano delocalizzato gli stabilimenti produttivi, lasciando nel nostro paese solo sedi amministrative o commerciali, in modo da beneficiare di vantaggi fiscali, utilizzando inoltre manodopera a basso costo. I controlli delle fiamme gialle avvenivano prevalentemente al valico goriziano di Sant'Andrea, ai caselli di Villesse e del Lisert e al varco doganale di Gorizia.
66 persone sono state denunciate per il reato di falsa indicazione di origine, quasi tutte di nazionalità italiana; si tratta di amministratori delle aziende importatrici. Sono state inoltre segnalate all'Autorità Giudiziaria, per responsabilità degli enti conseguente alle violazioni penali degli amministratori, 35 società con sede in diverse province del territorio nazionale, tra Pordenone, Treviso, Venezia, Vicenza, Verona, Bergamo, Monza Brianza, Milano, Mantova, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Ascoli Piceno, Fermo, Cosenza.