Al Verdi di Trieste un'Aida tutta luci e colori

L'opera verdiana in scena per la doppia apertura del teatro lirico. Costumi fastosi e luci sgargianti.Il pubblico ha apprezzato.

Aida è la seconda parte della scommessa del teatro di Trieste - con due titoli diversi e alternati, per aprire la stagione: e anche l'allestimento dell'opera di Giuseppe Verdi incontra decisamente il gusto del pubblico. Ancora uno spettacolo giocato su luci e colori sfarzosi, che riutilizza in parte le strutture della Turandot per evocare, dopo il palazzo proibito di Pechino, l'Egitto dei faraoni. 

Gli egiziani messi in scena più egiziani non potrebbero essere, a tratti anche con una tinta di giallo-papiro a fare da sfondo nelle scene di insieme; mentre gli etiopi si distinguono per una tinta rossastra che copre metà del viso. I momenti del conflitto privato tra i personaggi sono invece sottolineati da colori più freddi e scuri, a rilevare l'aspetto intimista di quest'opera a cui tenevano particolarmente i registi, Katia Ricciarelli e Davide Garattini.

Nella compagnia di canto, complessivamente apprezzata dal pubblico, si fa notare Svetlana Kasyan, soprano russa che risolve molto bene il personaggio di Aida, dimostrando voce e ottime capacità interpretative. Dalla platea e dai palchi ci sono consensi a scena aperta anche per i solisti e il corpo di ballo del teatro accademico di Odessa, che affianca, anche con il coro, il teatro triestino in questa produzione.

Alla guida dei complessi del Verdi, Fabrizio Maria Carminati, che offre una lettura senza cedimenti di questo capolavoro che non ha un pezzo debole, o che manchi di carattere. E così le due ore e mezza di spettacolo, al netto degli intervalli, volano via sulle ali della musica.