Anche Trieste ha posato le sue pietre d'inciampo per non dimenticare

Sette le cerimonie, presenti oltre alla comunità ebraica di Trieste alcune scolaresche del liceo Petrarca e parenti arrivati da Israele.

Via vidali 8, ultimi mesi del 1943. Il negoziante jugloslavo Leone Semo viene prelevato dalle ss davanti al portone della sua casa, dove abita con la moglie Allegra e le tre figlie adolescenti Giuliana, Ester e Anna Anita. L''intera famiglia viene deportata ad Auschwitz, da dove non farà più ritorno. 5 le pietre d'inmciampo posate in una delle 7 toccanti cerimonie, presenti oltre alla comunità ebraica di Trieste (che ha promosso l'installazione con la collaborazione del comune), alcune scolaresche del liceo Petrarca e i parenti della famiglia Semo, arrivati da Israele. Commossi la pronipote di Leone, Karin, e suo nipote Adam.Anche Erichetta ed Ernesto Apron erano ebrei. Ernesto, che era insegnante, poteva salvarsi ma non ha voluto abbandonare la sorella, più anziana, e bisognosa di cure. Non era ebrea Clementina Tosi Pagani. Fu arrestata dai nazisti perchè ritenuta colpevole di aver ospitato nella sua casa di via Ireneo della croce membri della resistenza. Una trasmissione della memoria, quella delle pitere d'inciampo, che da individuale si fa collettiva, il presidente della comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio intervistato nell'articolo