Giorno del Ricordo: alla cerimonia a Basovizza scuole e tanta gente comune

Sardos Albertini: "vittime anche tra sloveni e croati ". Il sindaco Dipiazza: "olocausto delle Foibe". Il ministro D'Incà: "ricordo come monito"


Sono arrivati sin qui da tutta Italia. Da Caltanissetta, da Novara o da Avellino ed è soprattutto a loro, ai ragazzi delle scuole, che si sono rivolti gli interventi della cerimonia per trasmettere alle future generazioni la memoria delle tragedie del confine orientale.

Tragedie nascoste dall'ideologia dice Sardos Albertini, il Presidente del Comitato per le vittime delle foibe che ricorda come a morire per mano dei partigiani di Tito furono anche sloveni e croati.

Sotto la pioggia tanta gente: associazioni degli esuli, associazioni d'arma, alpini, e mai così tanti giornalisti: 80, anche dall'estero. A prendere la parola dopo la messa officiata dal vescovo di Trieste Crepaldi, anche il sindaco Dipiazza che ha parlato di olocausto delle foibe. E poi il presidente della regione Fedriga che ha chiesto venga negato il denaro pubblico alle associazioni negazioniste. Sul palco pure il senatore Gasparri che ha ricordato come ci siano voluti 46 anni prima che un presidente della repubblica si inginocchiasse qui e 35 prima che questo luogo diventasse monumento nazionale.

A rappresentare il governo, il ministro per i rapporti con il parlamento Federico D'Incà che abbiamo intervistato.