Pupo: "Foibe, stragi per eliminare i cosiddetti nemici del popolo"

Lo storico Raoul Pupo inquadra quei tragici fatti e ricorda la sistematica eliminazione fisica anche di chi si opponeva al progetto annessionista

In occasione del giorno del Ricordo, lo storico Raoul Pupo, professore di Storia contemporanea all'Università di Trieste, tra i massimi conoscitori dell'Esodo giuliano-dalmata e dei massacri delle foibe inquadra quel tragico periodo: 

"Quando parliamo di foibe -dice Pupo nell'intervista- intendiamo stragi di grandi dimensioni, dell'ordine di alcune migliaia di vittime avvenute in due momenti specifici: nell'autunno del 1943 in Istria e nella primavera-estate del 1945 in tutta la Venezia Giulia, con particolare concentrazione a Trieste e Gorizia". 

"Gli attori sono sempre gli stessi -prosegue il professor Pupo-: il movimento di liberazione jugoslavo, che ormai nel '45 si è trasformato nello Stato jugoslavo, nel regime comunista. In entrambi i casi fa quello che fa nelle altre parti della jugoslavia quando libera i territori dai nazisti, ossia l'eliminazione dei nemici del popolo. Nella fattispecie, nemici del popolo sono considerati tutti coloro che si sono opposti o si potrebbero opporre al regime jugoslavo. Quindi ovviamente in primo luogo i fascisti, poi tutti i rappresentanti del potere italiano, non soltanto dello Stato, ma anche nelle istituzioni, nella politica e nella società e poi tutti coloro che non condividono il progetto annessionista anche se sono antifascisti come ad esempio i membri dei comitati di liberazione nazionale".