Safilo: Martignacco chiude il 30 giugno

I sindacati si attendevano tempi ancora più rapidi. Ora sperano nella possibilità di trovare un nuovo acquirente. Giovedì 6 febbraio assemblea con i lavoratori

Chiusura entro il 30 giugno e cassa integrazione straordinaria richiesta dalla proprietà. In chiaroscuro per lo stabilimento di Martignacco l'esito dell'incontro-fiume che ha visto di fronte, nella sede di Assindustria a Padova, il management dell'azienda che produce occhialeria e i sindacati. Il timore era che l'azienda proponesse da subito la chiusura di Martignacco, la speranza era riuscire a trovare una formula che lasciasse un pertugio alla salvezza dell'impianto: siamo a metà. Moderatamente soddisfatti i rappresentanti dei lavoratori, secondo cui i cinque mesi di dilazione della chiusura permetteranno la ricerca di un altro imprenditore che possa rilevare l'impianto e mettere comunque a punto i meccanismi degli ammortizzatori sociali.

Safilo, controllata dal fondo olandese Hal investments, è in crisi per alcune licenze non confermate con marchi prestigiosi. Questa situazione ha dato il via a un piano di ristrutturazione le cui avvisaglie si erano avute già a inizio autunnno. Poi lo shock: l'11 dicembre Safilo dichiarava settecento esuberi su duemilaseicento persone impiegate annunciando la chiusura totale dello stabilimento di Martignacco. Negli incontri fra le parti in questi ultimi due mesi, l'azienda non ha fatto alcun passo indietro dimostrandosi però disponibile a trovare con i sindacati le soluzioni migliori con gli ammortizzatori sociali. Ed è la linea tenuta anche nell'incontro padovano.

Safilo in Italia ha stabilimenti anche a Longarone, novecento occupati di cui è stato chiesto il taglio di quattrocento; poi c'è il centro amministrativo di Padova, cinquanta esuberi, mentre lo stabilimento di Santa Maria di Sala presso Venezia sarebbe l'unico a non non venir toccato dai tagli.
Prossimi due appuntamenti: subito l'assemblea dei lavoratori,  poi un altro incontro con l'azienda il 14 febbraio per poi tirare le somme al Mise.