#iorestoacasa, un dilemma per i senzatetto, le contromisure a Udine

Alla Cavarzerani, con 300 richiedenti asilo, vengono rispettate le regole del decreto governativo: distanze di sicurezza e obbligo di non uscire

Isolarsi nelle proprie abitazioni, è un obbligo e un dovere, ma chi una casa non ce l'ha come fa a rispettare il decreto governativo. A Udine i senzatetto ospiti dell'asilo notturno, Il fogolar, in via Pracchiuso, sono una trentina. L'orario di apertura della struttura, un tempo la casa natale della fotografa Tina Modotti, oggi gestita dalla Caritas diocesana, sarebbe dalla 19 alle 22. Con l'emergenza si è deciso allora, riferisce l'assessore comunale Giovanni Barillari, di permettere agli ospiti di consumare i pranzi e le cene all'interno dell'asilo notturno. Questo per seguire anche le indicazioni del capo della protezione civile e consentire ai senzatetto di non essere costretti a circolare per le strade.

Ci sono poi i poveri della città che si rivolgono alla mensa di via Ronchi, ex convento dei frati cappuccini, anche questa struttura è gestita dalla Caritas. Prima dell'emergenza erano un centinaio i pasti consegnati, ora sono una 60ina in tutto. Pranzano uno per tavolo a gruppi di 15, molti preferiscono la consegna del sacchetto-pasto individuale da consumare nel proprio domicilio. Infine all'ex caserma Cavarzerani di Udine, dove sono ospitati poco più di 300 richiedenti asilo, vengono rispettate le stesse regole del decreto governativo, lo fa sapere la prefettura. Norme igieniche, distanze di sicurezza e obbligo di non uscire per tutti. Inoltre all'interno della struttura è presente un presidio medico che tiene monitorati i richiedenti asilo