Aziende, una su due lavora. Migliaia di richieste di deroga

Alla Regione Confindustria chiede di riaprire gradualmente e in sicurezza. I sindacati: "Soffrono i piccoli"

Oltre 1500 richieste per poter tenere aperta la propria azienda in deroga, nella sola provincia di Pordenone. Di queste, 600 hanno già superato il primo controllo da parte della Prefettura, e per solo 38 è stata disposta la chiusura fino a quando rimarrà valido il Dpcm. Un numero impressionante, se si fa conto che più di una su due, 16mila sulle 28mila attive, può tenere aperto per legge in quanto in possesso dei famosi codici Ateco.

In Regione, sono oltre duemila quelle che agiscono in deroga: più di mille in provincia di Udine, 130 nel territorio di Gorizia. E mentre, magari ad attività ridotta, queste aziende continuano a produrre, è acceso il dibattito su quando, compatibilmente con la situazione sanitaria legata all'emergenza, riapriranno le altre. Lunedì ci sarà un incontro in regione: Confindustria chiederà di aprire subito, nel rispetto della sicurezza e della salute dei lavoratori, ma è probabile che la situazione sarà valutata giorno per giorno e che i cancelli riapriranno il martedì dopo Pasqua. 

Concordi sulla riapertura dopo Pasqua i sindacati, che chiedono che le tutele promesse siano certificate. "A soffrire della chiusura prolungata saranno i piccoli", dicono i confederali. Dalle Prefetture, intanto, partiranno lettere agli istituti bancari per  favorir l'accesso al credito per le aziende in difficoltà. 

(Nel servizio Michelangelo Agrusti, presidente Unindustria Alto Adriatico, e la presidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli).