Dal 4 maggio resterà l'obbligo di protezioni e distanze

Aspettando il nuovo decreto di Conte, le anticipazioni sull'ordinanza del presidente della Regione, che è favorevole alla riapertura dei confini

La regola aurea è coprire naso e bocca e mantenere la distanza interpersonale, il famoso metro e mezzo.
Questa è la linea sotto la quale il Friuli Venezia Giulia non scende. Ma al di sopra della quale parteciperà a tutto l'allentamento dei vincoli finora imposti da decreti nazionali e ordinanze regionali. Insomma anche da noi aumenteranno le imprese e le attività commerciali che potranno riaprire, e sarà maggiore la quantità di persone legittimamente in giro.
Dal 4 maggio il Friuli Venezia Giulia, la regione che prima di tutte aveva chiuso scuole e università e vietato le passeggiate, si riallineerà al resto dell'Italia. Ad una sola condizione, sottolinea il presidente Fedriga: l'obbligo delle mascherine (o di altre protezioni) e del distanziamento sociale. Se il prossimo, atteso decreto del presidente del consiglio Conte non dovesse prevederlo, l'obbligo continuerà comunque a restare in vigore qui (dove è già stato introdotto).
Anche in Friuli Venezia Giulia si tornerà a circolare da un comune all'altro, e varrà il solo (probabile) divieto (nazionale) degli spostamenti da una regione all'altra.
E fatta salva la tutela della salute, Fedriga è anche favorevole alla riapertura dei confini con Austria e Slovenia e alla riattivazione dell'economia transfrontaliera. Chiederà pertanto a Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, di avviare una interlocuzione su questo tema con Vienna e con Lubiana.
Sul fronte salute e monitoraggio delle positività, Fedriga gela gli entusiasmi dei partigiani dei test veloci (quelli sierologici, cioè col sangue), perché inaffidabili.