Rispunta un tratto dell'antico acquedotto romano che portava acqua Trieste

La struttura convogliava le acque del torrente Rosandra dalla fonte Oppia, dagli archeologi ulteriori dettagli sulla storia di quell'area

L'acqua e la terra. Elementi in dialogo per raccontare la storia dell'acquedotto romano della Val Rosandra, a Trieste, su questo reperto archeologico si apre un nuovo capitolo, con il ritrovamento di un ulteriore tratto sulla strada per Bagnoli centro.

Una canalizzazione di quasi 100 metri, la più lunga tra i segmenti finora riemersi negli anni  testimonia le varie fasi di impiego del manufatto: dalla realizzazione nel primo secolo dopo Cristo, alla dismissione in epoca medievale, quando viene usato come base per costruire un edificio, altra scoperta, questa, dei recenti scavi //
 
Antiche sepolture sono state trovate in altri punti in cui si sviluppava l'acquedotto,/ non nell'area degli ultimi scavi, però. Si aprono dunque diverse ipotesi sulla funzione dell'edificio riemerso.

Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quando l'infrastruttura, dalla fonte Oppia, serviva l'antica Tergeste, un percorso di 17 chilometri che ha ancora storie da raccontare.

Nel servizio intervista a Paola ventura - archeologa  della  Soprintendenzadel friuli Venezia Giulia