Trieste Airport, primo volo il 19 giugno da e per Napoli

Il Cda di Ronchi chiede la riapertura dello scalo solo con il riavvio dei voli per non far lievitare le spese da 5 a 15 mila euro al giorno con incassi zero

La data è il 19 giugno. Primo atterraggio e primo decollo al Trieste Airport dopo il lockdown. Sarà un jet Volotea e avrà destinazione Napoli. Contemporaneamente lo stesso vettore riattiverà il volo su Catania. Alitalia tornerà a Ronchi in luglio, per un collegamento con Roma. Ma l'ex compagnia di bandiera ha rinunciato definitivamente al volo su Milano. Si cercherà un altro vettore disponibile, e sarà dura. Tutto dipenderà dalla solita curva dei contagi, ma anche dalla propensione degli italiani a spostarsi e a riprendere gli aerei.

L'assemblea dei soci ha constatato i dati positivi raggiunti nel 2019. Utile di 2 milioni e 300mila euro con un leggero aumento del traffico e la completa realizzazione del piano di investimenti da 40 milioni con il collegamento alla rete ferroviaria e la ristrutturazione dell'aeroporto.

Il futuro invece è denso di interrogativi. Ai primi di giugno il ministero dei Trasporti potrebbe disporre la riapertura degli scali chiusi, che per Ronchi sarebbe un salasso ulteriore. Oggi, con l'aeroporto chiuso, il personale in cassa integrazione e minime attività manutentive, Ronchi costa 5mila euro al giorno (150mila al mese). Se dovesse riaprire senza ricevere voli commerciali, i costi diventerebbero di 15mila euro al giorno, con incassi sempre fermi a zero. I tre mesi di blocco dei voli sono già costati 1 milione e 300mila euro. Per questo a Ronchi chiedono la riapertura dello scalo in coincidenza con l'inizio dei voli (e dei ricavi per la società di gestione), cioè il 19 giugno.

Interrogativi anche sul prossimo piano quadriennale d'investimenti. Erano previsti 30 milioni per adeguare l'aeroporto ad un maggior traffico legato alla crocieristica  con ampliamento delle sale passeggeri e delle piazzole di sosta degli aerei. Un piano che molto difficilmente potrà essere confermato.