Decreto rilancio atteso alla controprova

Industriali e sindacati promuovono il testo predisposto dal governo ma attendono la verifica sul campo

Se il voto che i sindacati confederali danno al decreto rilancio, pur con qualche distinguo, supera la sufficienza, il giudizio delle categorie economiche appare più severo.

I più delusi sono gli esercenti che riapriranno i battenti lunedì. "E lo faranno tutti o quasi, magari con la metà dei dipendenti - assicura il presidente regionale della Fipe Vesnaver - perchè hanno un disperato bisogno di incassare anche 100 euro e la paura è tanta: quando in settembre bisognerà pagare conti e arretrati non ci saranno i soldi. Quello che serve è denaro a fondo perduto e quello non arriva".

Sulla stessa linea il presidente di Confcommercio Da Pozzo.

Delusa anche la Coldiretti regionale secondo la quale l'annunciata regolarizzazione dei migranti non poterà vantaggi al comparto agricolo regionale. In Friuli Venezia Giulia su seimila lavoratori del settore - fa sapere il presidente Pavan - 2500 vengono dall'estero. Sono rumeni, bulgari e polacchi che sono rientrati in patria e ora non possono tornare. Per questo Coldiretti avrebbe voluto altro dal governo: corridoi speciali per far arrivare in Italia questi lavoratori magari facendo il tampone a tutti e il ripristino dei voucher, strumento più flessibile per poter far lavorare i cassaintegrati e anche i pensionati ai quali un contratto non conviene. 

Il giudizio più generoso viene da Graziano Tilatti di Confartigianato che osserva (riferendosi al governo) che fare bene oggi vuol dire sbagliare il meno possibile con le anticipazioni sul decreto che vanno nella giusta direzione. Ma - conclude - ci vuole meno burocrazia e più fiducia nei cittadini, cose che sono pure a costo zero.