Pesanti ricadute per il turismo crocieristico a Trieste

L'assessore comunale Giorgio Rossi: sicuramente non avremo turisti da Regno Unito, Est Europa e dalla Cina

L'assessore alle attività produttive del Friuli Venezia Giulia Sergio Emidio Bini sostiene che la regione, con un basso numero di contagi, ha le carte in regola per essere considerata sicura dai turisti. E chiede che i corridoi per fare arrivare turisti stranieri dall'Europa centrale e orientale possano valere anche per il Friuli Venezia Giulia.
La posta è alta: dei 9 milioni e 100 mila presenze turistiche in Regione lo scorso anno, il 57 percento era composto da stranieri, austriaci e tedeschi in testa.

Numeri più ridotti, ma con ricadute importanti sul territorio, anche quelli del comparto crocieristico. Con il suo ruolo preminente di home port, cioè porto di imbarchi e sbarchi che sono quelli che determinano la maggior richiesta di beni e servizi sul territorio, Trieste contava di accogliere 220 mila passeggeri. Ma sono già cancellate tutte le crociere fino ai primi di luglio, e non si vede una schiarita.

Intanto il Comune di Trieste, città che nel 2019 ha contato un milione e centomila presenze turistiche, raccoglie il grido di allarme delle strutture ricettive. "Speriamo che le regole subiscano un allentamento delle maglie", spiega l'assessore comunale al turismo Giorgio Rossi, "ma sicuramente quest'anno non avremo turisti da Regno Unito, Est Europa, addirittura Cina come avveniva in passato. A breve termine - spiega - puntiamo al turismo di prossimità, quello del triveneto, mentre per far tornare i turisti stranieri si investirà su grandi mostre e sulle feste di natale, con due mesi di iniziative a partire dall'inizio di novembre.