Bonus babysitter ai nonni 'assunti' per l'emergenza Covid

L'assegno introdotto dal governo a inzio pandemia per aiutare i genitori in difficoltà a gestire i figli con le scuole chiuse. Il chiarimento dell'Inps

Nonni a tempo pieno da inizio pandemia. E' il caso di Alida che incontriamo al giardino pubblico di Trieste, figlie al lavoro, ad occuparsi dei loro piccolini lei. "E' stato faticoso ma onestamente lo rifarei mille volte", dice. Sono davvero tanti i nonni a spasso con i nipoti. Ora come in piena pandemia, mentre i virologi dicevano "anziani lontani dai bambini" la realtà è stata un'altra. Anche per i genitori in smart working, talvolta è impossibile lavorare da casa fare video conferenze e nel contempo far fare i compiti ai bambini.

Per i nonni è arrivata ora una notizia forse ai più inaspettata. Il bonus babysitter predisposto dal governo per aiutare i genitori in difficoltà a gestire i bambini causa Covid con scuole chiuse può essere utilizzato per retribuire il servizio svolto anche dai nonni, o da zii, familiari insomma, purché non conviventi. La maggior parte delle persone ha sentito parlare della novtà alcuni hanno anche già fatto fare la domanda ai figli. 

Il bonus da 1200 euro complessive, in caso di sanitari o forze dell'ordine vale 2mila euro, è rivolto a tutte le famiglie con figli minori di 12 anni. La misura è stata introdotta dal decreto Rilancio e chiarita dall'Inps nella circolare uscita questa settimana la numero 73: la cifra - chiarisce la nota - potrà essere utilizzata anche per pagare i nonni (o altri parenti) che accudiscono i nipoti, mentre i genitori sono al lavoro. Ovviamente, essendo i nonni-baby sitter una delle soluzioni più praticate dalle famiglie italiane, secondo l'Istat nel 60,4% dei casi i bambini sotto i due anni vengono lasciati ai nonni, si immagina che le richieste saranno moltissime, con il timore di trasformare il «bonus baby sitter» in «bonus nonni».

(Nel servizio Michelino De Carlo, responsabile Agenzia Prestazioni servizi Inps di Udine)