Ferriera, firme bloccate sull'accordo di programma

Atti nulli: la vicenda dell'Autorità Portuale si abbatte come un macigno anche sul percorso intrapreso per la riconversione di Servola, secondo un accordo in cui il Porto è parte attiva

Lo sviluppo del porto, la via della Seta con l'Oriente. Tutto il futuro dello scalo, le nuove banchine, il Molo Ottavo, la trasformazione dell'ex area a caldo della Ferriera in spazio per container e la loro movimentazione su ferro e su gomma. L'incertezza sul futuro del vertice dell'Autorità portuale di Trieste spande un'ombra anche sul futuro dell'Accordo di programma relativo allo stabilimento siderurgico triestino, accordo che prevede ingenti finanziamenti pubblici, la radicale trasformazione di quell'area fra Servola e il Molo settimo, e che contempla anche un accordo sindacale.

Il 23 Maggio il ministro Patuanelli aveva annunciato la firma imminente del documento, aveva fatto anche la data, la fine sella settimana successiva, quindi il 28 o il 29 maggio. Date trascorse invano. Oggi la notizia della decadenza di D'Agostino dalla presidenza del Porto.

E proprio oggi i sindacati che il 23 dicembre avevano firmato l'accordo sul destino di oltre 400 lavoratori hanno chiesto spiegazioni al presidente della regione Fedriga e all'assessora al lavoro Rosolen. Che fine ha fatto l'accordo di programma?

Bloccato perché la Regione, a fronte dei notevoli investimenti pubblici, chiede agli interlocutori (soprattutto a quelli privati, e dunque soprattutto ad Arvedi e Icop) un maggiore sforzo nel garantire posti di lavoro. L'accordo di dicembre ne garantiva 417, ma altri 163 erano rimasti fuori. L'obbiettivo sarebbe di inserire anche loro. Ma ora probabilmente tutto deve fare i conti con la nuvola che si è fermata sulla torre del Lloyd.