Pordenone, la protesta degli infermieri

Richieste alla Regione nuove assunzioni e la stabilizzazione dei contratti firmati per l'emergenza covid. Prossimo incontro in Prefettura

Le carte rimangono coperte. In vista dell'incontro in prefettura, dove si cercherà una conciliazione, l'Azienda sanitaria del Friuli occidentale non ha svelato la sua offerta nel negoziato con i rappresentati del personale non medico. I sindacati, che hanno proclamato lo stato agitazione nei giorni scorsi, confermano la minaccia dello sciopero per tutta la sanità del Pordenonese. Sotto accusa il mancato rinnovo di decine di contatti a tempo determinato per lo più di infermieri e operatori socio sanitari, alcuni dei quali sottoscritti proprio per fra fronte all'emergenza covid.

Alla base della proclamazione dello stato di agitazione, dunque, la valutazione dei sindacati di un mancato ascolto da parte dei vertici dell'azienda sanitaria. Sono due le cose che preoccupano di più le categorie, legate tra loro: la carenza di personale, specie in alcuni reparti, e la difficoltà nel godimento delle ferie, a cui, sostengono i rappresentanti dei lavoratori, avremmo ancora più diritto dopo i mesi del coronavirus. All'appuntamento tra Cgil, Cisl, Uil e Azienda ha partecipato il vicepresidente Riccardo Riccardi, che ha ribadito l'attenzione della regione alla sanità del territorio pordenonese. Riccardi ha invitato il direttore generale Joseph Polimeni a condividere una soluzione con i sindacati attraverso il dialogo. L'Azienda sanitaria pordenonese ha chiuso il bilancio in rosso nel 2019, per la prima volta dopo anni di avanzi.