"Vi racconto papà Stelio, pompiere, morto di amianto"

La figlia Morena ripercorre la vicenda giudiziaria che ha portato il padre, vigile del fuoco, ad essere riconosciuto "vittima del dovere"

Passa per il tribunale del lavoro di Trieste la prima storica sentenza in cui un vigile del fuoco è stato riconosciuto come "vittima del dovere": la sua morte fu causata dall'esposizione all'amianto.
I legali dei familiari di Stelio Groppazzi sono riusciti a ottenere dal ministero degli Interni un assegno vitalizio ordinario e uno speciale, oltre a una pensione privilegiata di reversibilità a favore della vedova.
Dopo 34 anni di servizio al comando provinciale di Trieste, Groppazzi era andato in pensione nel 1990 a 56 anni. Nel 2005 si era ammalato e gli era stato diagnosticato un mesotelioma pleurico che tre anni più tardi lo aveva portato alla morte.
Era evidente che durante la sua carriera (durante la quale aveva partecipato tra l'altro alle operazioni di soccorso per i terremoti nel Belice e in Friuli) fosse stato esposto inconsapevolmente a polvere e fibre di amianto indossando guanti e tute antincendio.
La battaglia giudiziaria è stata vinta ma non è stata cancellata l'amarezza di una morte assurda per lavoro, racconta la figlia Morena Groppazzi.