La strana estate dei bambini

Partiti a giugno tra mille incertezze, i centri estivi e i ricreatori di Trieste hanno trovato comunque il modo per riuscire a far giocare i bambini nel rispetto della distanza di sicurezza

Tornare a vivere la vita normale con mascherine e distanziamento sociale, attraverso il gioco. Hanno imparato soprattutto questo i bambini e i ragazzi che hanno frequentato i centri estivi e i ricreatori di Trieste, in questa strana e complicata estate.

Complessivamente il Comune è riuscito a soddisfare 3806 richieste di turni settimanali o bisettimanali da parte delle famiglie, con un investimento di 1 milione e 800mila euro, 1 milione in più rispetto all'anno scorso. 

"In termini percentuali un bilancio positivo, assolutamente in linea con l'estate scorsa nonostante le restrizioni dettate dalle norme anti-Covid", ha spiegato Angela Brandi, assessore alla scuola, che stamattina - numeri alla mano - ha presentato i risultati.

Problemi di spazio, ma anche di educatori, visto che le regole anti-Covid prevedono un educatore ogni 5 bambini, per la fascia d'età da 0 a 6 anni, uno ogni 7 per i piccoli dai 6 agli 11 anni, e uno ogni 10 per i ragazzi dai 12 ai 14 anni. 

Laddove il Comune non aveva strutture o personale a sufficienza, ha chiesto aiuto ad associazioni e società sportive, tramite la modalità dell'affido diretto.

Nel servizio le interviste ad Alessio Lilli, presidente Trieste Atletica e a Patrizia Sepich, della Cooperativa Progetto A.