Istruzione familiare, un fenomeno in crescita

Sempre più persone si rivolgono a questa forma educativa: una tendenza intensificata con la pandemia. Ma per procedere negli studi, occorre sostenere un esame integrativo

Una mattina passata nel bosco a imparare giocando e se piove basta mettersi la cerata. Succede a Trieste nel bosco del Farneto, a Trieste, con un progetto di educazione democratica che esiste da 8 anni ma che sta raccogliendo sempre più interesse dai delusi del sistema scolastico al tempo del Covid. Qui i bambini da 3 anni in su sono accompagnati nel bosco da liberi professionisti in piccoli gruppi.

«Si mettono in cerchio, decidono insieme cosa fare con l'aiuto di un accompagnatore, e soprattutto dicono come stanno» racconta Anna Tomasi, pedagogista. E a stare nel bosco, in inverno, tutto il giorno, «si ammalano molto meno.»

Sono tante le famiglie in cerca di strade alternative, laiche o religiose, e la rete internet offre molti strumenti di supporto. Una tendenza che era già in crescita in tutta Italia ma soprattutto in Friuli Venezia Giulia, dove il numero di alunni in istruzione parentale è raddoppiato negli ultimi tre anni. Il Ministero dell'istruzione sta raccogliendo i dati relativi al 2020-2021 che saranno disponibili tra un mese. Tutti gli alunni devono sostenere esami integrativi a fine anno per poter proseguire gli studi. 

«Alcune famiglie che fino a pochi mesi fa portavano i figli a scuola hanno già fatto la scelta di procedere con l'istruzione familiare » spiega Sergio Leali, Presidente della LAIF, l'associazione nazionale di supporto a questa forma di insegnamento «e altre stanno ancora valutando la situazione, anche alla luce di ciò che sta avvenendo in questa fase di avvio dell'anno scolastico.»