Cattaneo: "La scienza non è un juke-box, ci vuole tempo"

La biologa e farmacologa, intervenuta a Esof, parla delle attese nei confronti della ricerca e dei progressi. Che non si possono programmare

Ospite di Esof 2020, a Trieste, anche la biologa, farmacologa e senatrice a vita Elena Cattaneo, che in questa intervista parla degli auspicati interessi della ricerca. Il vaccino per il coronavirus? "La scienza non è un juke-box", dice, ma su questo sono all'opera tanti colleghi capaci. Bisogna avere fiducia nel loro lavoro.
Tra gli altri temi toccati da Cattaneo a Trieste, la libertà della ricerca. "La scienza in Italia è sostanzialmente libera - ha detto - però poi ci sono sacche e aree nelle quali vedi restrizioni e limitazioni. Una delle più incredibili è quella che soffrono i colleghi che si occupano di biotecnologie agrarie. La libertà di ricerca su piante geneticamente modificate in campo aperto in Italia è costretta e limitata da 20 anni".
"Non c'è una legge che impedisce" la strada a questo tipo di ricerca, puntualizza Cattaneo, "ma si tratta di un insieme di norme che la rendono impraticabile. Negli anni 90 avevamo tra i migliori biotecnologi agrari in Europa: se ne sono andati tutti o tanti".
La ricerca, aggiunge Cattaneo, soffre limitazioni anche nel campo della sperimentazione animale, "con l'errata affermazione che sia inutile. Ciò non ha alcuna base reale. Se questa volontà di limitare la sperimentazione animale verrà portata a compimento entro fine anno, renderà l'Italia il Paese con le condizioni di ricerca su questo campo più restrittive in tutta Europa, portando il nostro paese di fronte alle procedure di infrazione che la Commissione europea attiverà essendo più restrittive della legge Ue".
La libertà della ricerca, insiste Cattaneo, "non è una cosa che puoi accendere un giorno e spegnere il giorno dopo". Il sogno, secondo Cattaneo, "sarebbe arrivare al sostegno di una ricerca che possa essere vista come la strada di costruzione del futuro di una società senza freni. Una strada che non può avere manipolazioni, ma eventualmente accelerazioni". Perché "la politica ha il compito di identificare obiettivi e risorse per raggiungerli, ma è la comunità scientifica che ha la responsabilità di decidere con quali strategie e meccanismi ottenerli".