Scene da un Friuli scomparso, i doc di Giorgio Trentin

Pubblicato dalla Cineteca del Friuli il dvd con i sei documentari, compreso "Claut", del 1955, ritrovato all'Istituto Luce. Il cofanetto contiene anche un video sui "pendolari" del Brenta (del '64) che andavano lavorare a Marghera

Nell'ambito della Settimana della cultura friulana che terminerà il 28 ottobre 2020, promossa dalla Società filologica friulana, questa sera (mercoledì 21 Ottobre 2020) a Gemona al cinema Sociale alle 21 sarà presentato il dvd pubblicato dalla Cineteca con 6 filmati del regista padovano Giorgio Trentin che raccontano il Friuli che non c'è più.

"Il Friuli perduto nei documentari di Giorgio Trentin 1955-1969", è il titolo del video pubblicato dalla Cineteca del Friuli. Le proiezioni saranno introdotte dallo storico Carlo Gaberscek, autore del libretto che accompagna il dvd.

Dei sei documentari sopravvissuti fra quelli realizzati in Friuli negli anni '50 e '60 dal cineasta padovano Giorgio Trentin e inclusi nel dvd, se ne vedranno cinque, altrettante testimonianze di tradizioni e modi di vita che già all'epoca andavano scomparendo e di un paesaggio inevitabilmente soggetto alle trasformazioni del tempo ma soprattutto che in alcune parti sarebbe stato cancellato in pochi istanti dal terremoto del 1976.

Considerato perduto per decenni e recuperato nell'archivio dell'Istituto Luce grazie alle ricerche di Paolo Giordani, Claut, del 1955, illustra la tradizionale attività dei clautani durante i mesi di relativo isolamento invernale: la lavorazione artigianale, a domicilio, del legno per la realizzazione di utensili casalinghi che le donne, appena il clima lo permetteva, andavano a vendere in pianura.

Girato alcuni anni dopo sempre nel pieno della stagione invernale ma di taglio turistico, Tarvisio, del 1963, va alla scoperta dei paesaggi e degli ambienti del Tarvisiano, mentre nel più noto Dongje il fogolâr, dello stesso anno, si rivedono monumenti, edifici e angoli caratteristici della Gemona pre-terremoto.

Le bande di Orzano, del 1964, indaga il curioso fenomeno della musica bandistica praticata diffusamente nel piccolo centro del cividalese di soli 650 abitanti, essenzialmente contadini, che negli anni dell'immediato dopoguerra la elessero a svago e continuarono a esercitarla con impegno, animati anche dallo spirito di rivalità tra due diverse formazioni.

Sullo sfondo il paese, le sue tradizioni, gli incontri amorosi, i lavori agricoli.

Infine, in Architettura rustica in Carnia, del 1969, Giorgio Trentin mostra come l'architettura tradizionale sia un forte elemento di qualificazione del paesaggio carnico ma già all'epoca minacciata da degrado e abbandono.

Le pellicole originali sono state depositate dall'autore alla Cineteca del Friuli che, con il sostegno della Fondazione Friuli e della Regione Friuli Venezia Giulia, ne ha curato il restauro digitale.

Nel programma della serata al Sociale anche un documentario non friulano di Trentin, I viandanti del Brenta, del 1964, sugli operai che dalla riviera del Brenta andavano a lavorare in bicicletta nelle fabbriche di Marghera.