Beethoven e la gioia di vivere: è la musica per oggi

L'Ars Trio al Verdi di Trieste con le pagine più solari del grande compositore. I musicisti: "Un capolavoro poco valorizzato ma pieno di humour"

Beethoven nel suo aspetto più solare e brillante. È la lettura del "Triplo concerto" in do maggiore per pianoforte, violino, violoncello e orchestra offerta dall'Ars Trio, complesso romano protagonista dei due concerti pomeridiani in questo fine settimana al Verdi di Trieste. Una pagina non sempre apprezzata dalla critica, ma che gli esecutori difendono con decisione. 
«Un'opera molto frizzante, virtuosistica, "concertante" anche tra i vari strumenti e l'orchestra» spiega Marco Fiorentini, violinista del gruppo. «Secondo me un capolavoro, forse poco valorizzato negli ultimi tempi, ma comunque sempre dotato di grande richiamo sul pubblico».
«In Beethoven c'è anche molto humour e molta gioia di vivere» aggiunge la pianista Laura Petrocini. «Un pezzo più che appropriato al momento che stiamo vivendo: è con gioia che dobbiamo suonarlo, perché dobbiamo richiamare gioia».
Nel programma proposto da Fabrizio Maria Carminati e dall'orchestra del Verdi ci sono anche due suites di Respighi, mentre, a far da preludio al concerto di Beethoven, c'è una nuova pagina commissionata dallo stesso Ars Trio a Michele Dall'Ongaro, e che si intitola "Freddo". 
«Già di per sé, eseguire un lavoro nuovo è una cosa molto speciale» spiega il violoncellista Valeriano Taddeo: «Un impegno, una responsabilità e un onore. In questo momento, in particolare, è qualcosa di ancora più speciale, un nuovo inizio per noi, e siamo contenti di condividerlo con Trieste, che è una città che ci è molto cara».