Giorno di riposo a Udine prima della tappa numero 16

Carovana rosa sfoltita dalla pandemia, e volume d'affari giocoforza ridotto. Tutta friulana la frazione di martedì, con arrivo a San Daniele

Il Giro d'Italia va, il giro d'affari un po' meno. Non c'è infatti il tutto esaurito negli alberghi di Udine, dove la corsa rosa fa base prima della tappa numero 16 che porterà il giro a San Daniele, martedì 20 ottobre. A riempirsi sono state solo le strutture più grandi: colpa del virus, che ha ridotto non solo il numero di turisti e appassionati ma soprattutto la carovana: meno contatto con il pubblico significa meno van di sponsor itineranti e meno persone che viaggiano di località in località.
Il Comune di Udine, per assicurarsi la partenza di domani, ha sborsato 30 mila euro all'organizzazione della corsa e altri 20 mila per gli eventi collaterali. Che si aggiungono a quelli sborsati da Promoturismo Fvg per investire a lungo termine sul territorio.
L'emergenza Covid ovviamente ha influito, anche se non è l'unico fattore: diverse squadre hanno preferito soggiornare in provincia di Pordenone o di Treviso. Dopo la giornata di riposo, che è servita per allestire il centro di Udine per la partenza e San Daniele per l'arrivo, la sedicesima tappa si corre tutta in Friuli: partenza da piazza della Libertà, si vira a est per la salita del Dom, discesa fino a Cividale, poi il Santuario di Castelmonte e via verso il Friuli collinare: Attimis, Nimis, Tarcento, Buja, infine il circuito da ripetere tre volte prima del traguardo a San Daniele. Passaggio fondamentale, la salita del monte di Ragogna: il friulano Matteo Fabro ha caratteristiche per provare il colpaccio, a patto di partire da lontano indovinando le prime fughe.
Stringenti le limitazioni al traffico nelle ore di gara: prevista per almeno mezz'ora al passaggio dei ciclisti la chiusura della statale 13.