Covid: ricerca del Burlo Garofolo di Trieste apre nuovi scenari sul vaccino
Novità anche sul fronte della lotta al virus nelle scuole: alle aziende sanitarie, già la prossima settimana, saranno distribuiti 5 mila kit per compiere i test rapidi. Protocollo d'intesa Regione-Confindustria per prevenire i contagi nelle aziende
Uno studio effettuato dall' Università di Trieste sui lavoratori del Burlo potrebbe far vacillare molte convinzioni sul Coronavirus da parte del mondo della scienza, e mettere in dubbio i dati raccolti dall' Istat sul numero dei positivi grazie ai test sierologici effettuati in estate.
La ricerca dimostra che gli anticorpi sviluppati a seguito del contagio decadono e non sono più rilevabili nel sangue dopo un determinato tempo. Sui 720 lavoratori testati tra marzo e aprile, il 17% aveva sviluppato gli anticorpi e quindi aveva avuto il virus in precedenza. Ritestate le stesse persone con il medesimo sistema a tre mesi di distanza, solamente l'1% li aveva ancora.
Questo significherebbe che il numero di contagiati reali potrebbero essere molto di più alto delle stime dell'Istat. Diverse però le certezze che lo studio andrebbe a mettere in dubbio: dall'efficacia del vaccino - che potrebbe dover essere somministrato ogni anno -, alla possibilità di contrarre il virus più volte in un arco di tempo breve.
"Ci sono molti fattori - spiega Paolo Gasparini, docente di genetica all'Università di Trieste e direttore del dipartimento di Diagnostica del Burlo - , ma i dati ottenuti dimostrano il decadimento rapido degli anticorpi e questo ha implicazioni su immunità di medio lungo termine, nonché per la definizione del numero di soggetti entrato in contatto con il virus''. Per il vaccino, ci spiega, è plausibile immaginare un tempo di copertura più breve di quello previsto, un pò come per quello dell'influenza.
Novità anche sul fronte della lotta al virus nelle scuole: alle aziende sanitarie, già la prossima settimana, saranno distribuiti 5 mila kit per compiere i test rapidi con tamponi del Covid da utilizzare negli istituti, in modo da avere in breve tempo gli esiti su eventuali positività tra gli studenti. Ad annunciarlo la regione, assieme alla direzione dell'ufficio scolastico: finora sono 33 i casi accertati in 27 istituti del Friuli Venezia Giulia.
Ed è notizia di oggi (2 ottobre) anche la firma di un protocollo di intesa tra regione e confindustria per individuare i rischi di focolaio nelle aziende.
In caso di contagio, in base a questo accordo, i casi sospetti in azienda verranno isolati temporaneamente e sottoposti a tampone, informando il dipartimento di prevenzione. L'azienda fornirà alle autorità sanitarie il riferimento dei contagiati, per poter eseguire l'indagine epidemiologica e individuare individuazione di ulteriori eventuali contatti stretti.
La stessa azienda comunicherà l'esito del tampone ai diretti interessati, e riferirà ai comuni dove questi risiedono l'inizio dell'attività di sorveglianza conseguenti alla conferma di un caso positivo.
La ricerca dimostra che gli anticorpi sviluppati a seguito del contagio decadono e non sono più rilevabili nel sangue dopo un determinato tempo. Sui 720 lavoratori testati tra marzo e aprile, il 17% aveva sviluppato gli anticorpi e quindi aveva avuto il virus in precedenza. Ritestate le stesse persone con il medesimo sistema a tre mesi di distanza, solamente l'1% li aveva ancora.
Questo significherebbe che il numero di contagiati reali potrebbero essere molto di più alto delle stime dell'Istat. Diverse però le certezze che lo studio andrebbe a mettere in dubbio: dall'efficacia del vaccino - che potrebbe dover essere somministrato ogni anno -, alla possibilità di contrarre il virus più volte in un arco di tempo breve.
"Ci sono molti fattori - spiega Paolo Gasparini, docente di genetica all'Università di Trieste e direttore del dipartimento di Diagnostica del Burlo - , ma i dati ottenuti dimostrano il decadimento rapido degli anticorpi e questo ha implicazioni su immunità di medio lungo termine, nonché per la definizione del numero di soggetti entrato in contatto con il virus''. Per il vaccino, ci spiega, è plausibile immaginare un tempo di copertura più breve di quello previsto, un pò come per quello dell'influenza.
Novità anche sul fronte della lotta al virus nelle scuole: alle aziende sanitarie, già la prossima settimana, saranno distribuiti 5 mila kit per compiere i test rapidi con tamponi del Covid da utilizzare negli istituti, in modo da avere in breve tempo gli esiti su eventuali positività tra gli studenti. Ad annunciarlo la regione, assieme alla direzione dell'ufficio scolastico: finora sono 33 i casi accertati in 27 istituti del Friuli Venezia Giulia.
Ed è notizia di oggi (2 ottobre) anche la firma di un protocollo di intesa tra regione e confindustria per individuare i rischi di focolaio nelle aziende.
In caso di contagio, in base a questo accordo, i casi sospetti in azienda verranno isolati temporaneamente e sottoposti a tampone, informando il dipartimento di prevenzione. L'azienda fornirà alle autorità sanitarie il riferimento dei contagiati, per poter eseguire l'indagine epidemiologica e individuare individuazione di ulteriori eventuali contatti stretti.
La stessa azienda comunicherà l'esito del tampone ai diretti interessati, e riferirà ai comuni dove questi risiedono l'inizio dell'attività di sorveglianza conseguenti alla conferma di un caso positivo.