Crollo delle assunzioni, un terzo in meno
I mancati contratti sono stati 37.500. Nerissimi i primi mesi del 2020, e buio totale in aprile
Quando il Coronavirus si è presentato sulla soglia del Paese e delle attività produttive, il mondo del lavoro ha risposto chiudendo la porta a nuove assunzioni.
E lo ha fatto a doppia mandata: in Friuli Venezia Giulia, nei primi nove mesi del 2020, è diminuito di un terzo, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il numero di nuovi contratti attivati nel settore privato, agricoltura esclusa.
Un calo del 33,1%, che corrisponde a quasi 37.500 persone in meno.
Sullo scenario, punta l'attenzione l'Ires Fvg, che ha elaborato dati Inps.
La flessione riguarda tutti i tipi di rapporti di lavoro. Il crollo si è avvertito soprattutto nei primi mesi dell'emergenza: tra gennaio e marzo, le assunzioni, nel complesso, sono diminuite del 62,1% rispetto a un anno prima.
Buio, in particolare, aprile: finite al tappeto le assunzioni stagionali, con un 97,6% in meno rispetto al 2019. Scenario simile per i contratti di lavoro intermittente.
Diminuite, l'anno scorso, le cessazioni dei rapporti di lavoro, soprattutto per quanto riguarda i contratti in somministrazione.
A incidere, il blocco dei licenziamenti che il governo ha introdotto con il decreto "Cura Italia", poi prorogato.
Ridotte in maniera sensibile le variazioni contrattuali, soprattutto da tempo determinato a indeterminato.
I rapporti di lavoro a termine, d'altro canto, erano già in calo: effetto, in particolare, del decreto dignità, approvato nel 2018.
L'ampio ricorso agli ammortizzatori sociali ha consentito, nel complesso, di arginare la perdita di posti di lavoro.
Risultato: tra gennaio e settembre 2020 il numero di occupati si è mantenuto in media sullo stesso valore dell'anno precedente, circa 511mila unità.
E lo ha fatto a doppia mandata: in Friuli Venezia Giulia, nei primi nove mesi del 2020, è diminuito di un terzo, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il numero di nuovi contratti attivati nel settore privato, agricoltura esclusa.
Un calo del 33,1%, che corrisponde a quasi 37.500 persone in meno.
Sullo scenario, punta l'attenzione l'Ires Fvg, che ha elaborato dati Inps.
La flessione riguarda tutti i tipi di rapporti di lavoro. Il crollo si è avvertito soprattutto nei primi mesi dell'emergenza: tra gennaio e marzo, le assunzioni, nel complesso, sono diminuite del 62,1% rispetto a un anno prima.
Buio, in particolare, aprile: finite al tappeto le assunzioni stagionali, con un 97,6% in meno rispetto al 2019. Scenario simile per i contratti di lavoro intermittente.
Diminuite, l'anno scorso, le cessazioni dei rapporti di lavoro, soprattutto per quanto riguarda i contratti in somministrazione.
A incidere, il blocco dei licenziamenti che il governo ha introdotto con il decreto "Cura Italia", poi prorogato.
Ridotte in maniera sensibile le variazioni contrattuali, soprattutto da tempo determinato a indeterminato.
I rapporti di lavoro a termine, d'altro canto, erano già in calo: effetto, in particolare, del decreto dignità, approvato nel 2018.
L'ampio ricorso agli ammortizzatori sociali ha consentito, nel complesso, di arginare la perdita di posti di lavoro.
Risultato: tra gennaio e settembre 2020 il numero di occupati si è mantenuto in media sullo stesso valore dell'anno precedente, circa 511mila unità.