Una petizione popolare per far riaprire il campeggio della Val Tramontina
Lo chiedono da tempo la comunità e gli amministratori local sulla piattaforma Change.org sottoscritta in poche ore da più di 1.500 persone
di Natascia Gargano
Riaprire il Campeggio Val Tramontina. Lo chiedono da tempo la comunità e gli amministratori locali, ora anche con una petizione online sulla piattaforma Change.org sottoscritta in poche ore da più di 1.500 persone.
Il campeggio è il più grande del Friuli montano, un bosco naturale di 10 ettari lungo il Meduna, chiuso da due anni perché iscritto in un'area classificata a pericolosità idraulica. Ma il campeggio -dicono invece i promotori della riapertura- sorge in un luogo mai soggetto a inondazioni nemmeno durante eventi climatici estremi. È protetto da imponenti opere di argine del fiume, spiegano, a sua volta irregimentato a monte da una diga.
Meta apprezzata dagli amanti della natura, con 20mila presenze annuali, la sua chiusura è un duro colpo per l'economia della valle, dice Ivan Provenzale, 38enne designer che ha lanciato la petizione con la Comunità di progetto Valli del Meduna, rivolta in primis alla Regione: "Vorremmo far capire a chi di dovere che i cittadini sono uniti e rivogliono questo bene comune, per poter dare lavoro all'indotto del campeggio e ai fruitori dare la possibilità di godere delle bellezze del posto. Questa è un'esigenza fortissima per questo territorio, ci auguriamo che si ascolti il volere delle popolazioni piuttosto che decisioni prese a tavolino".
Il campeggio è il più grande del Friuli montano, un bosco naturale di 10 ettari lungo il Meduna, chiuso da due anni perché iscritto in un'area classificata a pericolosità idraulica. Ma il campeggio -dicono invece i promotori della riapertura- sorge in un luogo mai soggetto a inondazioni nemmeno durante eventi climatici estremi. È protetto da imponenti opere di argine del fiume, spiegano, a sua volta irregimentato a monte da una diga.
Meta apprezzata dagli amanti della natura, con 20mila presenze annuali, la sua chiusura è un duro colpo per l'economia della valle, dice Ivan Provenzale, 38enne designer che ha lanciato la petizione con la Comunità di progetto Valli del Meduna, rivolta in primis alla Regione: "Vorremmo far capire a chi di dovere che i cittadini sono uniti e rivogliono questo bene comune, per poter dare lavoro all'indotto del campeggio e ai fruitori dare la possibilità di godere delle bellezze del posto. Questa è un'esigenza fortissima per questo territorio, ci auguriamo che si ascolti il volere delle popolazioni piuttosto che decisioni prese a tavolino".