Nel Recovery plan 388 milioni per il sistema portuale
All'insegna dell'intermodalità gli investimenti previsti nello scalo regionale, "nodo strategico". Nel documento anche la ferrovia Udine-Cividale
di Andrea Saule
Il governo ha approvato il Recovery plan, un pacchetto di interventi da 222,9 miliardi proveniente da fondi europei.
Un documento di 160 pagine che prevede anche investimenti sulle infrastrutture del Friuli Venezia Giulia: si parla soprattutto di porto. 388 milioni sullo scalo di Trieste, che serve tutta la Regione. E' nel terzo capitolo, dove si parla di interventi sull'incremento della capacità dei trasporti ferroviari per merci, lungo gli assi prioritari per favorire la connettività del territorio e il passaggio del traffico da gomma a
ferro sulle lunghe percorrenze.
Nel progetto integrato "Porti d'italia" si investirà sul capoluogo e su Genova: la parola che più ricorre è "intermodalità", per adeguare lo scalo a navi sempre più capienti: Trieste viene definito "nodo strategico", prevedendo la realizzazione del progetto Adriagateway che potenzierà il sistema logistico sia per la parte terminalistica sia appunto per i collegamenti, oltre al discorso green che prevede l'elettrificazione delle banchine.
Nel documento approvato c'è spazio anche per la linea Udine-Cividale all'ìnterno di un quadro più ampio per le linee regionali connesse a quelle nazionali.
Il Recovery plan ovviamente non si fermerà solo a investimenti su strutture fisiche: a livello nazionale ci sono oltre 100 miliardi per la digitalizzazione, quasi 30 per l'istruzione, 27 per le politiche del lavoro e sociali e 20 per la salute. Tutti ambiti di cui beneficerà anche il Friuli Venezia Giulia.
Un documento di 160 pagine che prevede anche investimenti sulle infrastrutture del Friuli Venezia Giulia: si parla soprattutto di porto. 388 milioni sullo scalo di Trieste, che serve tutta la Regione. E' nel terzo capitolo, dove si parla di interventi sull'incremento della capacità dei trasporti ferroviari per merci, lungo gli assi prioritari per favorire la connettività del territorio e il passaggio del traffico da gomma a
ferro sulle lunghe percorrenze.
Nel progetto integrato "Porti d'italia" si investirà sul capoluogo e su Genova: la parola che più ricorre è "intermodalità", per adeguare lo scalo a navi sempre più capienti: Trieste viene definito "nodo strategico", prevedendo la realizzazione del progetto Adriagateway che potenzierà il sistema logistico sia per la parte terminalistica sia appunto per i collegamenti, oltre al discorso green che prevede l'elettrificazione delle banchine.
Nel documento approvato c'è spazio anche per la linea Udine-Cividale all'ìnterno di un quadro più ampio per le linee regionali connesse a quelle nazionali.
Il Recovery plan ovviamente non si fermerà solo a investimenti su strutture fisiche: a livello nazionale ci sono oltre 100 miliardi per la digitalizzazione, quasi 30 per l'istruzione, 27 per le politiche del lavoro e sociali e 20 per la salute. Tutti ambiti di cui beneficerà anche il Friuli Venezia Giulia.