Scuola e vaccinazioni, la privacy ferma la raccolta di adesioni

Sì e no al vaccino solo attraveros la tessera sanitaria. Da cestinare le adesioni raccolte negli istituti. A Pordenone alcuni professori presentano una diffida

Tutto da rifare. Mentre forze dell'ordine e università cominciano le vaccinazioni, e le altre categorie prioritarie si preparano a partire, la scuola torna alla casella di partenza. La circolare del ministero è arrivata sul tavolo degli uffici scolastici regionali. Una singola pagina. C'è scritto che i dati del personale dell'istruzione per le immunizzazioni saranno gestiti dal sistema tessera sanitaria, ovvero dal dicastero dell'economia. Si chiede quindi di non trasmettere i dati dei vaccinabili ad altri enti.

Ora in regione si cerca di capire come procedere. Ma è probabile che il lavoro fatto finora andrà messo da parte: i presidi, infatti, avevano già iniziato a raccogliere i sì e i no alle immunizzazioni. Anche perché su questo è scoppiata, nel frattempo, un'altra grana, con il più classico dei cavilli: la tutela della privacy. Dei docenti hanno protestato perché, con i moduli riempiti istituto per istituto, i dirigenti avrebbero avuto un quadro completo delle adesioni, in barba alla riservatezza.

Da alcuni professori di Pordenone è partita una diffida: bloccare tutto in attesa di un pronunciamento del garante nazionale della privacy. E stamattina si sono mossi anche i Cobas di Trieste e Gorizia, per ora solo con una mail. Le regole sono chiare, scrivono: un datore di lavoro non può acquisire, neanche con il consenso del dipendente, i nominativi del personale vaccinato.

L'assessore all'istruzione Alessia Rosolen è al lavoro per sbrogliare la matassa. "Dal ministero non ci avevano avvertito - dice - e le regioni si erano mosse con una metodologia condivisa. Intanto proseguiremo con università, asili, scuole private, conservatori".