Grandi poeti contro

Dante e Ariosto comparati alla Sissa: i versi del Sommo Poeta, si cui si celebrano i 700 anni dalla morte, rimangono più facilmente nella memoria

La Sissa fa competere Dante Alighieri e Ludovico Ariosto. Il primo presenta la Divina Commedia, il secondo l'Orlando Furioso. Una disfida d'altri tempi analizzata con i parametri del terzo millennio. In cattedra, dinanzi ai due candidati, i neuroscienziati della Scuola internazionale superiore di studi avanzati, di Trieste. Chi è l'autore dei versi più facilmente memorizzabili, di rime capaci di imprimersi nella mente e di richiamarsi l'una con l'altra, consentendo di declamare intere strofe? I neuroscienziati hanno cambiato le parole chiave di un gruppo di passaggi della Commedia e del poema di Orlando, creando frasi non-sense e poi hanno lavorato su rime, accenti e lunghezza dei versi. Una manipolazione da laboratorio da far inorridire generazioni di docenti di lettere. Ma il risultato è una magia. Nel DanteDì, il Sommo poeta nvince la competizione. Nei suoi versi c'è qualcosa che la scienza non è riuscita ad identificare. La grandezza è appunto in questo mistero.

Nel servizio l'intervista a Sara Andreetta, neurolinguista della Sissa