In Friuli la produzione non si arrende al covid

Per l'economia, buone indicazioni vengono dagli ultimi dati di Confindustria: il 2020 si è chiuso con un deciso segno più e c'è fiducia per l'anno in corso

C'è da domandarsi quale sarebbe stato lo sviluppo dell'industria friulana nel 2020 se non ci fosse stato il covid, perché nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, la produzione a Udine e dintorni ha chiuso l'ultimo trimestre dello scorso anno segnando un aumento che sfiora il 5 e mezzo per cento. Crescita che, nel trimestre  precedente, era stata addirittura  superiore al 10%. I dati arrivano da Confindustria Udine, che evidenzia anche i buoni risultati del settore alimentare, della carta, della chimica, delle pelli e della plastica, tutti in positivo rispetto all'andamento del 2019.

Un paragone che però non è favorevole per tutti. Le cifre pre-pandemia dell'industria meccanica registrano infatti una brusca frenata del -7.6% rispetto all'anno precedente, e altrettanto si può dire di siderurgica e legno, entrambi gravati da contrazioni che nei 12 mesi superano l'8%. 

Due considerazioni sono però a sostegno dell'ottimismo. In primo luogo perché la battuta d'arresto dell'intero settore produttivo è inferiore rispetto al dato nazionale quasi dell' 1%. C'è poi da tener presente la vitalità del comparto, che è stato in grado di mantenere le collaborazioni con realtà internazionali per proseguire l'attività. Da lì la previsione di espansione per l'anno in corso, anche grazie ai progressi delle campagne vaccinali anticovid, da organizzare, secondo quanto auspicato dalla presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, anche nei luoghi di produzione.