I chirurghi di Udine a sostegno dei reparti covid
Molte sale operatorie chiuse per far fronte all'emergenza. E gli specialisti danno la propria disponibilità all'Azienda sanitaria
di Giovanni Taormina
La riorganizzazione della sanità, a causa della pandemia, ha chiuso la gran parte delle sale operatorie. Delle 42 disponibili all'interno dell'intero ospedale di Udine al momento ne sono rimaste in attività a malapena 5 o 6 e lavorano solo in casi di estrema gravità, a causa della mancanza di anestesisti impegnati nelle terapie intensive.
Sei chirurghi, tre della clinica medica, 1 di angiologia, uno di chirurgia vascolare e uno di ortopedia hanno risposto alla comunicazione inviata dal direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale Massimo Braganti, dando la loro disponibilità a quei reparti che sono allo stremo come il pronto soccorso e le terapie intensive e sub intensive. Ma il blocco degli interventi programmati causa e causerà problemi a lungo termine
(Nel servizio il direttore di AsuFc Massimo Braganti e Sergio Intini, responsabile chirurgia pediatrica)
Sei chirurghi, tre della clinica medica, 1 di angiologia, uno di chirurgia vascolare e uno di ortopedia hanno risposto alla comunicazione inviata dal direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale Massimo Braganti, dando la loro disponibilità a quei reparti che sono allo stremo come il pronto soccorso e le terapie intensive e sub intensive. Ma il blocco degli interventi programmati causa e causerà problemi a lungo termine
(Nel servizio il direttore di AsuFc Massimo Braganti e Sergio Intini, responsabile chirurgia pediatrica)