Case di riposo, in arrivo 20 milioni dalla regione per le 158 strutture

La pandemia ha causato minori entrate con il crollo dei nuovi ingressi che è stato stimato nel 30% degli oltre 10 mila posti letto totali

Una iniezione di liquidità che aiuterà le case di riposo in forti difficoltà economiche, dopo oltre un anno di pandemia, a ripartire senza mettere mano ulteriormente alle rette con nuovi aggravi per le famiglie. Dei 20 milioni di euro in arrivo dalla regione per le 158 strutture per anziani, sia pubbliche che private del FVG, 11 serviranno a coprire i costi-Covid e per il 70% saranno liquidati subito dalle aziende sanitarie. 

Altri nove ristoreranno le minori entrate - da documentare -  causate dal crollo dei nuovi ingressi, stimato nel 30% degli oltre 10 mila posti letto totali.

Per poterli erogare si sta mettendo a punto uno strumento normativo ad hoc ha spiegato l'assessore alla sanità Riccardi in videoconferenza ai gestori degli enti: e la regione punta anche a formulare, già da gennaio dell'anno prossimo, nuovi parametri per l'accreditamento e il finanziamento, con l'obiettivo di una riforma di sistema.

Punti cardine: la ridefinizione dei rapporti coi medici di famiglia, l'ipotesi di una direzione sanitaria dentro le strutture, la maggiore qualificazione del personale (che arriverà anche dai 40 corsi per Operatori sanitari già in cantiere) e soprattutto il potenziamento della domiciliarità dell'anziano fragile.

 Un incontro positivo per il presidente delle strutture Uneba , del privato sociale, Sabini già nel gruppo di lavoro chiamato a elaborare il nuovo piano della fragilità di prossima approvazione. Così anche per il coordinatore dei direttori delle case di riposo che fanno capo a Federsanità Di Prima, che sollecita procedure più snelle per i nuovi ingressi e promuove sia i ristori che la campagna vaccinale nelle residenze per anziani che ha fatto crollare i contagi. 

La regione farà ora sintesi in un documento con l'obiettivo di gettare le basi non solo per il supporto economico ma anche per mantenere il dialogo con le strutture sulla programmazione degli interventi futuri a favore della non autosufficienza.