80 anni fa la feroce occupazione italiana della Jugoslavia

Una mostra multimediale on line a cura dello storico Raoul Pupo ci aiuta ad approfondire una pagina di storia colpevolmente rimossa

L'esercizio della memoria non spetta solo allo storico. Il merito di Raoul Pupo è di aver provato a fare luce su una vicenda colpevolmente rimossa nella complicata storia del confine orientale. E non lo fa a beneficio del mondo accademico o degli appassionati di storia, ma cerca un pubblico più ampio, offrendo, come per altre ricostruzioni, rigore e chiarezza.

Lo strumento utilizzato è frutto dei tempi. La mostra multimediale on line sull'occupazione jugoslava da parte dell'Italia dopo il 1941 è virtualmente molto ampia, la si può vedere comodamente da casa, si possono ripassare le varie sezioni e riascoltare i contributi, come quando si rilegge più volte un libro.

Organizzato in senso cronologico ma anche territoriale, il racconto multimediale dell'occupazione italiana e della concatenazione di tragedie da essa scatenate, è composto da elementi semplici ed efficaci. Una breve narrazione dei fatti corredata da foto e documenti, con videoapprofondimenti da parte dei maggiori studiosi sull'argomento, sotto la regia di Pupo.

L'Italia costituì una commissione per i crimini di guerra (guidata dal sacilese Luigi Gasparotto, più volte ministro nei governi Bonomi e De Gasperi), per compilare l'elenco dei criminali di guerra, ma non si arrivò a processarli, tra fattori di politica internazionale, controdossier, cavilli sul codice penale militare e accuse reciproche con la Jugoslavia. Rimane il fatto che la rappresentazione degli italiani brava gente non corrsponde alla realtà storica

La mostra è visitabile all'indirizzo www.occupazioneitalianajugoslavia41-43.it

Nel servizio Raoul Pupo - curatore della mostra "A ferro e fuoco"