Blocco licenziamenti, confronto tra Confindustria e sindacati

Manifattura e costruzioni dal primo luglio usciranno dalla cassa integrazione Covid. Ad aprile 65mila lavoratori coinvolti in domande di ammortizzatori

Difficile al momento capire che impatto avrà sul tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia la scelta del governo sui licenziamenti e come si regoleranno le aziende della manifattura e costruzioni che secondo le nuove disposizioni dal primo luglio usciranno dalla cassa integrazione Covid e non avranno più divieti automatici di licenziare. Quelle ancora in difficoltà, tuttavia, potranno tornare ad accedere alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria, senza pagare i contributi addizionali fino al 31 dicembre. E solo per le realtà che utilizzeranno questa cig "scontata", si allungherà il divieto di licenziamento per tutta la durata in cui ne fruiranno.

Per i sindacati il prezzo da pagare in regione rischia comunque di essere molto alto. Più di 5mila solo le imprese artigiane che lo scorso aprile risultavano coinvolte in domande di cassa integrazione per un totale di 65mila lavoratori - ricordano. I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil come già i nazionali bocciano senza appello lo sblocco dei licenziamenti e considerano non ancora chiusa la partita puntando a coinvolgere il governatore della regione Fedriga nella sua veste di presidente della Conferenza delle Regioni.

"Si rischia il dramma sociale, non è giusto scaricare le mancate riforme sul lavoro", afferma Pezzetta della Cgil e annuncia una mobilitazione generale. Per Monticco della Cisl il blocco dei licenziamenti andava prorogato fino a fine pandemia se non a ottobre e comunque non prima di aver attivato una riforma degli ammortizzatori e avviato politiche attive del lavoro degne di tale nome. Due passaggi che dovevano essere messi in campo già prima della pandemia e sui quali si è perso troppo tempo, aggiunge. Un errore molto grave e un salto nel buio anche per Franzolini della Uil 

Una bocciatura seppure con motivi diversi arriva anche da Confindustria nazionale. "Non è cosi che si fanno le riforme", afferma il suo presidente Bonomi che parla di metodo inaccettabile e di intese con l'esecutivo tradite.

(Nel servizio i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Villam Pezzetta, Alberto Monticco e Mauro Franzolini)