Istantanea dal mondo

La giuria del premio giornalistico internazionale Marco Luchetta ha selezionato le terne dei finalisti della 18esima edizione che rispecchia l'emergenza Covid

Un'istantanea del mondo, raccontato nell'anno della pandemia, che ha colpito duramente soprattutto i più deboli. È quindi quasi inevitabile che i lavori giornalistici inseriti nelle terne dei vincitori del premio Luchetta affrontino anche da questo punto di vista il tema dell'infanzia violata e minacciata che è nella ragione sociale di questo riconoscimento. 

E così, si va da Vincenzo Guerizio, che per il Tv7 del tg1 ha firmato il servizio sulle risse giovanili a Roma; all'accampamento dei bambini a Matamoros, sul lato messicano del confine con gli Stati Uniti, raccontato da Gianmarco Sicuro per Tg2 Storie; ai campi di detenzione Isis in Siria dove anche i giovanissimi figli dei foreign fighters vivono come se fossero incarcerati. 

Nella sezione reportage - dedicata a Sasha Ota - Fateh Al-Hamdani, della BBC, sulle scuole islamiche in sudan; Suzanne Allant , di Arte, con i bambini-schiavi, ancora in Siria, ed Emanuela Zuccalà, per open DDB, sulle mutilazioni genitali in Liberia. 

Per la sezione Stampa internazionale dedicata a Dario D'Angelo, la terna comprende Ruth Maclean per The New York Times, sui rapimenti in massa nei collegi della Nigeria nord-occidentale; José Rodríguez per El Pais sul traffico di minori in Ghana, e Céline Martelet per L'Orient Le Jour sui neonati abbandonati.

Infine gli scatti della sezione fotografia, dedicata a Miran Hrovatin:  Alessandro Penso per La Croix, con l'abbraccio fra madre e bambino, migranti, sbarcati sull'isola di Lesbo.  Alessio Mamo per The Guardian che ritrae un bimbo di sei anni, al confine croato, che trascina la carrozzina della sorellina nel fango e nella neve, sulla rotta balcanica. E Stefano Schirato per Mind Le Scienze con due bambini in un cimitero indiano che cercano di riparare un aquilone sulle tombe.