I genitori smascherano una truffa ai danni delle mense scolastiche

I Nas hanno effettuato 4 arresti per una truffa ai danni delle mense scolastiche. In regione la società indagata forniva pasti alle scuole di Udine, Varmo, Trivignano Udinese, Tarcento, Arta Terme, Rive d'Arcano, Vito d'Asio

Sono 4 arresti domiciliari e un obbligo di dimora le misure cautelari emesse dal GIP del tribunale di Udine nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per le mense scolastiche, coordinata dalla procura del capoluogo friulano. Le indagini, condotte dal nucleo udinese dei NAS dei carabinieri, hanno portato a contestare il reato di frode nelle pubbliche forniture, in forma aggravata avendo come oggetto sostanze alimentari. Tra gli indagati c'è anche un amministratore del Comune di Udine, un funzionario pubblico e un libero professionista.
Gli arrestati operavano per la ditta EP spa, con sede legale a Roma e sedi amministrativa e operativa a Napoli, che gestisce in appalto le mense scolastiche degli istituti di scuola primaria del Comune di Udine e di altre municipalità del Friuli-Venezia Giulia (Varmo, Trivignano Udinese, Tarcento, Arta Terme, Rive d'Arcano, Vito d'Asio) e altri comuni del Veneto. 
Le indagini sono partite a seguito delle segnalazioni di genitori dei bambini che frequentano gli istituti interessati, ma anche dei loro insegnanti, che a partire da ottobre 2020 avevano segnalato ripetuti episodi di disservizio nelle forniture delle mense scolastiche, come per esempio il rinvenimento di corpi estranei nelle pietanze, la somministrazione di cibo avariato o poco cotto, di cibi raffreddati e porzioni non congrue, oltre alla mancata accortezza nella gestione di diete speciali - come quelle senza glutine o senza lattosio.
Grazie alle ispezioni svolte nei centri cottura di Ruda e Tarcento e nelle mense delle scuole - si legge nel comunicato dei carabinieri del NAS di Udine - l'attività investigativa ha evidenziato la continua e pressoché generalizzata violazione delle clausole del contratto di appalto.
Soddisfazione per l'indagine è stata espressa dalla Commissione mense di Udine, da cui erano partite le segnalazioni alla fine dello scorso anno.