Discoteche, continua la chiusura senza fine, la rabbia dei gestori

L'associazione italiana di categoria denuncia un'estate costellata di feste abusive rivendicando il ruolo socialmente utile delle discoteche

Immaginatevi che da un giorno all'altro vi dicano: la tua professione non esiste più. Cosa fate?

Se lo chiede il titolare di una discoteca di Trieste. Un locale al chiuso, senza spazi all'aperto, che come tale è stato il primo a abbassare le saracinesche a febbraio 2020, 17 mesi fa, e probabilmente sarà l'ultimo a riaprire. 

Già perché l'apertura delle discoteche, ventilata dal governo per i primi di luglio, è slittata di nuovo a data da destinarsi. Nell'ultimo Consiglio dei ministri non è arrivata la tanto attesa luce verde neanche per possessori di green pass.

I ristori ricevuti da Roma non sono bastati neanche per pagare il 10% del costo degli affitti, ci dice il gestore triestino che lamenta anche un azzeramento del valore del suo locale.

"Eravamo pronti ad aprire, avevamo bloccato gli spazi pubblicitari, fatto i cartelloni, abbiamo il magazzino pieno", ci dice un collega a Lignano "Come i lavoratori della montagna, siamo presi in giro fino all'ultimo".-

In regione sono gli operatori con licenza da "locale di pubblico spettacolo" quelli penalizzati, mentre in realtà si sta ballando ovunque, nei bar come nei ristoranti, nei dinner show come negli apericena con dj-set, nelle spiagge. Poche le discoteche propriamente dette da noi, ma qualche migliaio i dipendenti interessati. 

"Discoteca non è solo divertimento", ci dicono. "E' come quando si guarda un film. Il prodotto finale è il divertimento delle persone, ma dietro ci sono vere e proprie aziende". Aziende che in media danno lavoro ciascuna a 20-30 persone. 

Nonostante l'ok del comitato tecnico scientifico all'apertura, nei giorni scorsi, sembra che il governo voglia attendere il prossimo monitoraggio sulla variante delta per capire se ci sarà o meno un'impennata dei casi, ma da Roma non è arrivata una risposta precisa in merito. 

L'associazione italiana di categoria intanto denuncia un'estate di feste abusive e nomadismo alcolico, rivendicando il ruolo socialmente utile delle discoteche.