Denominazione Prosecco Doc, accolte le richieste degli agricoltori

1100 ettari di vigneti coltivati, continua la marcia trionfale delle bollicine più bevute al mondo. Ma la gran parte della produzione è in Veneto

I grappoli sono quasi pronti, mancano pochi giorni alla vendemmia e anche quest'anno protagonista e superstar del mercato è il Prosecco. Nel 2012 la Regione bloccò il riconoscimento della denominazione alle nuove coltivazioni, ma molti produttori continuarono a piantare il vitigno Glera, la base del Prosecco.

Oggi la loro scelta si rivela vincente: 650 aziende potranno vendere quelle uve come Prosecco doc, quindi a più di 1,10 euro al chilo mentre prima con la denominazione Glera quelle stesse uve valevano dai 20 ai 30 centesimi. Un plusvalore totale quindi di oltre 17 milioni. Questo non dovrebbe ripercuotersi sul prezzo medio della bottiglia, ma abbasserà il prezzo delle uve.

L'ampliamento della base produttiva, limitato a 25 ettari per azienda, non è definitivo e per il momento vale solo per la vendemmia 2021 che passerà quindi da 810.000 a 1.210.000 quintali, di cui però solo un quinto verrà imbottigliato in Friuli Venezia Giulia. Il resto andrà ai grandi operatori del Veneto, i veri dominatori del mercato.