Il "lavoro agile" del futuro è già presente

La pandemia ha cambiato radicalmente il mondo del lavoro degli impiegati con l'affermazione del lavoro da casa. Molte grandi aziende (ma anche i sindacati) stanno ora pensando a modi per regolare lo smart working anche per il futuro

E' arrivato all'improvviso a sconvolgere il modo di lavorare, ha trasformato i tavoli della cucina in scrivanie e semplificato o complicato, dipende dai punti di vista, la vita di milioni di impiegati. Ora sembra destinato a restare, anche dopo la fine dello stato di emergenza da pandemia prevista a fine anno. Le grandi aziende del triestino vogliono mantenere forme di lavoro da remoto, che da semplice lavoro da casa sta diventando, con la firma di accordi interni, vero lavoro agile, una formula volta a dare al dipendente la possibilità di scegliere dove lavorare. 
In Fincantieri lo smart working riguarda ora il 37 per cento degli impiegati. Dopo la fase di emergenza coinvolgerà su base volontaria, un massimo di circa duemila dipendenti, che potranno lavorare da casa per un giorno a settimana, due nel caso di dipendenti con gravi esigenze di salute, pendolari in un tragitto casa-lavoro superiore ai 40 chilometri e genitori con figli piccoli.
In Allianz, il 65 per cento dei dipendenti ha una forma di lavoro agile. I rientri sono volontari: è prevista anche la possibilità di alternarsi con un collega, scegliendo in autonomia chi dei due debba essere presente in ufficio. Illycaffè ha intrapreso un piano di rientro volontario che prevede la presenza di un massimo di 25 per cento dei dipendenti negli uffici mentre in Wartsila il lavoro agile coinvolge l'80 per cento degli impiegati ma con soluzioni per non lasciare le persone isolate come il rientro in azienda un giorno a settimana.
Generali ha già firmato un accordo con i sindacati sullo smart working post pandemia, in cui ha introdotto anche norme per evitare che l'ufficio in casa si trasformi in giornate di dodici ore al computer, come il diritto di non rispondere a email e telefonate fuori dall'orario di lavoro e un limite alle interminabili riunioni in video che potranno essere pianificate solo fino alle sei di pomeriggio.