C'è il governo cinese dietro a una azienda che fornisce droni militari

L'indagine sulla acquisizione della società pordenonese condotta dalla guardia di finanza; violata una legge che disciplina il settore dei materiali di armamento

L'accusa è di violazione della legge sulla movimentazione di materiali di armamento. In particolare, si tratta di droni militari, il movimento è dall'Italia alla Cina.

La Guardia di finanza di Pordenone ha denunciato alla Procura locale sei persone, tre di nazionalità italiana e tre cinesi, riconducibili a un'azienda pordenonese, la Alpi Aviation, specializzata nella progettazione e realizzazione di piccoli aerei, elicotteri e droni militari.

Tra i clienti c'è anche il ministero italiano della Difesa. Nel 2018 il 75 per cento del capitale è stato acquistato per quasi 4 milioni di euro da una società di Hong Kong, un valore che i militari ritengono pesantemente sovrastimato: operazione che non sarebbe stata tempestivamente comunicata alla Farnesina.

Secondo la ricostruzione della Finanza, dietro l'acquirente ci sono in realtà due importanti società governative cinesi. Che avevano l'obiettivo di acquisire le competenze tecnologiche e trasferire la struttura produttiva nel paese asiatico.

Stefano Commentucci, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pordenone precisa che "è stato rilevato il fatto che l'operazione fosse riconducibile esclusivamente alla società italiana". 

L'Alpi Aviation, tramite gli avvocati Bruno e Antonio, nega con fermezza che nella condotta della società si possano ravvisare le violazioni contestate. Nella nota si aggiunge che la cessione delle quote è avvenuta in modo trasparente, con riferimento al valore reale dell'azienda e nel rispetto della normativa fiscale.

Nel servizio Stefano Commentucci, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pordenone