"Marcia indietro sul green pass o blocchiamo il porto"

Lavoratori Portuali a muso duro. Il prefetto Valenti: danno incalcolabile per Trieste se si ferma lo scalo. Sulla stessa linea Zeno D'Agostino

Si alzano i toni dello scontro e non si parla - per ora - di violenze ma di minacce che, se portate a termine, si tradurrebbero in un danno incalcolabile (sono le parole del prefetto Valenti) per la città di Trieste e per la sua economia

Stefano Puzzer è il portavoce del coordinamento lavoratori portuali. A suo dire, su 950 lavoratori dello scalo il 40 per cento non ha il green pass, un numero sufficiente -sulla carta - a fermare il porto. Chi fa queste dichiarazioni - è il commento del prefetto Valenti - si assume una enorme responsabilità: quella di mettere in ginocchio una città intera.

Sulla stessa linea il presidente del porto Zeno D'Agostino che osserva: si è sempre detto che l'interesse del porto è sopra di tutto, ora si è cambiato atteggiamento. Invece di difenderlo si rischia di creare un danno gravissimo.
D'Agostino non dice altro, ma è chiaro che un blocco del porto si tradurrebbe in un vantaggio per gli altri scali dove i traffici sarebbero deviati e in un ritorno del porto di trieste a un ruolo marginale. Un danno che avrebbe ricadute molto negative su altri comparti dell'economia cittadina, bloccando lo slancio verso lo sviluppo tanto decantato.

La componente dei portuali è così diventata di fatto una delle anime della protesta di Trieste contro il green pass insieme agli antagonisti di sinistra, al Movimento 3v e ai no vax dell'associazione Alister per la libertà di scelta delle cure. Protesta che questo pomeriggio si traduce in un altro corteo in partenza alle 15 dal piazzale antistante lo stabilimento Ausonia. Da lì i manifestanti raggiungeranno le rive e poi Ponterosso. Se e non ci saranno disordini una delegazione sarà ricevuta in prefettura.