Riapertura discoteche al 35%, gestori preoccupati: "riavvio in perdita"

Prima della pandemia le strutture attive in regione erano una ventina e davano lavoro a un migliaio di persone. Ora quelle che restano si contano su una sola mano

"Si sono ricordati di noi". I gestori delle discoteche, quelli che ancora fanno questo lavoro, hanno accolto il parere del Comitato tecnico scientifico con un misto di ottimismo e di amarezza.

Tralasciando l'apertura all'esterno al 50 per cento, perché non è stagione, aprire all'interno fino al 35 per cento (compreso il personale) è un riavvio matematicamente in perdita, sostengono. In più, le regole suggerite dal Cts diventano fonte di rischio di pesanti sanzioni, amministrative e penali.

Di positivo c'è però che finalmente, contenendo al minimo le spese, si può almeno tentare il riavvio.

Adriano Cerato, è un gestore di discoteche e rappresenta l'esiguo comparto rimasto in regione.
"Finalmente abbiamo la possibilità di riaprire le discoteche con una capienza del 35% comprensiva del personale, è una limitazione forte che condiziona le nostre economie, in altra parole la matematica certezza di aprire per rimetterci, ma è altresì un segnale importante che pandemia a calare, ci permette di tornare alla normalità".

Le linee guida potrebbero essere recepite dal Governo già domani con un decreto-legge, non si sa ancora da quando la riapertura sarà consentita.

Obbligatori il green pass per l'accesso alle strutture, e la registrazione degli ingressi, per consentire eventuali tracciamenti. 
All'interno la mascherina, tranne durante il ballo. E qui i gestori temono l'esito dei controlli e il rischio di sanzioni anche pesanti.

Chiuse a marzo 2020, erano state brevemente aperte nell'estate successiva, per essere chiuse di nuovo, improvvisamente, a Ferragosto del '20.

Prima della pandemia le strutture attive in regione erano una ventina e davano lavoro a un migliaio di persone. Ora quelle che restano si contano su una sola mano.