"Lo stop al processo premia l'arroganza degli egiziani"

La notifica del rinvio a giudizio non è stata notificata agli imputati di tortura e omicidio. L'amarezza della famiglia. Manconi: colpo durissimo

Manca la notifica agli imputati, i quattro 007 egiziani, e il procedimento nei loro confronti è annullato.
Nelle parole dell'avvocato Alessandra Ballerini, tutta l'amarezza e l'incredulità dei suoi assistiti, Paola e Giulio Regeni, giovedì sera all'uscita da cinque ore di camera di consiglio in cui la Corte d'assise di Roma ha deciso di sospendere il processo per le torture e l'omicidio del giovane ricercatore di Fiumicello.

Secondo la Corte non è possibile essere certi «dell'effettiva conoscenza del processo da parte degli imputati, né della loro volontaria sottrazione al procedimento» poiché i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso Giulio - non avrebbero mai comunicato il domicilio per ricevere gli atti.
"Premiata la prepotenza egiziana ma non ci arrendiamo," dice la famiglia.

Il presidente della Camera Roberto Fico in un tweet scrive: "Il rinvio degli atti al Gup non segna la fine di nulla. Troveremo il modo per far ripartire il processo".
Ma a parlare di "pesante battuta d'arresto" è l'ex senatore Luigi Manconi, che dice "si dovrà riprendere un iter complesso e faticoso".
Il governo egiziano infatti si è finora dimostrato sordo alle richieste italiane, 39 le rogatorie finite nel vuoto. Per questo la procura aveva sostenuto che bisognasse andare avanti anche in assenza degli imputati. 

La nuova udienza del Gup che dovrà decidere del destino del processo sulla morte di Giulio Regeni sarà fissata entro gennaio. In quella sede il giudice dovrà intraprendere tutte le strade possibili, a cominciare da una nuova rogatoria in Egitto, per rendere effettiva e non solo presunta la conoscenza agli imputati del procedimento a loro carico.
Dunque non prima della fine dell'anno si scoprirà la sorte del procedimento a carico dei quattro 007 egiziani accusati dalla
Procura di Roma di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel 2016.